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Più speranze da otto nuovi farmaci contro le leucemie acute

Farmaci Redazione DottNet | 20/06/2019 17:40

Progressi anche nella lotta alle altre malattie del sangue

La parola leucemia oggi fa meno paura. Negli ultimi due anni abbiamo assistito ad 'una rivoluzione della speranza', anche contro le forme che, in termini di progressi scientifici, erano rimaste indietro: le leucemie acute e le mielodisplasie. Contro queste malattie tra il 2017 e 2018 sono stati registrati 8 nuovi farmaci. È all' insegna della speranza per i pazienti e della forza della scienza che il 21 giugno si celebra la 14esima edizione della Giornata nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, sotto l' Alto patronato del presidente della Repubblica e istituita permanentemente dal Consiglio dei ministri. Quest' anno l' attenzione si focalizza proprio sui progressi in queste forme ematologiche che negli ultimi 40 anni avevano avuto pochi avanzamenti sul fronte della cura e della guarigione, come hanno raccontato gli esperti riuniti a Roma per la presentazione della Giornata.

"In questi ultimi due anni - ha raccontato Sergio Amadori, presidente dell' Ail - in questo tipo di patologie molto gravi e aggressive, come le leucemie acute e le mielodisplasie, grazie ai progressi della ricerca scientifica abbiamo oggi la disponibilità di nuovi farmaci. Per le altre malattie del sangue avevamo già avuto un bel pacchetto di medicinali 'intelligenti'. Erano rimaste dietro solo queste due malattie. Per quarant' anni c' è stato un deserto per quanto riguarda le armi terapeutiche. Ora, invece, l' ematologo deve solo pensare come usarle al meglio e, in questo, grande importanza ha la modalità di diagnosi che deve essere mirata. Preciso il farmaco, precisa la diagnosi". E anche questo oggi è possibile "grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche e alla possibilità di meglio caratterizzare la malattia dal punto di vista molecolare", dice Maria Teresa Voso, docente di Ematologia dell' università degli Studi di Roma Tor Vergata . "Infatti - continua - con gli studi di sequenza di ultima generazione è possibile identificare delle mutazioni del Dna, che possono essere 'bersagliate' con farmaci specifici".

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"La sfida più rilevante per gli esperti è ora imparare a usare al meglio questi nuovi farmaci sia per offrire cure il più efficaci possibili ai nostri pazienti che per minimizzarne le tossicità e gli effetti collaterali", aggiunge Adriano Venditti, professore di Ematologia del policlinico di Roma Tor Vergata. Negli ultimi anni uno dei risultati più innovativi è stato sicuramente l' introduzione degli anticorpi monoclonali che hanno cambiato lo scenario terapeutico. Con questi anticorpi più la chemioterapia si apre la possibilità di condurre studi che potranno dare remissioni più lunghe e un aumento del tasso di guarigione. In tema di ricerca la Fondazione Gimema - Gruppo italiano malattie ematologiche dell' adulto - da oltre 30 anni promuove la ricerca clinica indipendente sui tumori ematologici, e negli anni la struttura si è consolidata per comprendere quali erano i bisogni terapeutici dei pazienti e indirizzare la ricerca indipendente per individuare possibili soluzioni di cura.

"Questo approccio ha portato risultati davvero importanti come nel caso della leucemia acuta promielocitica (Lap)", spiega Marco Vignetti, presidente Fondazione Gimema e vice presidente nazionale Ail. E "in questi giorni siamo particolarmente orgogliosi perché abbiamo ricevuto un finanziamento dal prestigioso Nci, Nhi National Cancer Institute americano per lo studio 'Empathy'. È la prima volta che un gruppo cooperatore italiano riesce a ottenere un finanziamento dal più prestigioso ente di ricerca del mondo. L' obiettivo è fare un trial sulla qualità di vita condotto in modo innovativo: raccogliere informazioni 'vere' sulla qualità di vita delle persone in terapia", conclude Vignetti.

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